Nel ciclo produttivo delle batterie esiste una difettosità definita “vizio costruttivo” che comprende tutti quei difetti la cui responsabilità può essere imputata a processi di produzione.
Dobbiamo precisare che tutte le Aziende primarie produttrici sono dotate di controllo in linea che scartano dal processo tutte i prodotti che non rientrano nei parametri prestabiliti di qualità garantendo un grado di difettosità sotto lo 0,1%. In questo breve commento cercheremo, invece, di illustrare quelle che sono le difettosità che emergono dopo l’utilizzo. Per intenderci quale tipo di patologia emerge a seguito di manutenzione non corretta del prodotto.
1. SOLFATAZIONE – La solfatazione è una reazione chimica indipendente dalla qualità del costruttore. Avviene in un arco di tempo più o meno breve e dipende dalla tensione in Volts con cui la batteria viene lasciata dopo l’utilizzo. Una tensione ottimale rientra, infatti, tra i 12,80V e i 12.60V. Restando nell’arco di questi valori, salvo assorbimenti anomali, l’autoscarica inizia dopo il terzo-quarto mese di inattività. Diversamente, con una tensione sotto i 12,20V, inizia il processo di solfatazione con la formazione di cristalli di solfato sulla materia attiva, impedendo così lo scambio di ioni tra la piastra negativa e la positiva. QUINDI, IL RIMEDIO CONSIGLIATO È CONTROLLARE CON UN SEMPLICE MULTIMETRO LA TENSIONE DELLA BATTERIA, ASSICURANDOSI che non scenda al di sotto dei 12,50V altrimenti effettuare una corretta ricarica. (valore ottimale è 12,80V)
2. ECCESSO DI CARICA – Questo problema è chiaramente legato all’impianto di ricarica normalmente usato che può essere l’impianto del veicolo cioè l’alternatore o l’impianto utilizzato in rete. Il danneggiamento un batteria con eccesso di carica può verificarsi anche con l’utilizzo di un carica batterie tradizionale se si usa anche per batterie al gel ermetiche, ricombinazione di gas. Queste batterie per la loro particolarità costruttiva non possono subire una tensione di ricarica in volts superiore ai 14,4V. Quindi nei camper come nella nautica dove si devono utilizzare batterie ermetiche, cioè batterie che non rilasciano esalazioni, pur essendo munite di valvola di sicurezza. Tutte queste batterie devono essere trattate con un voltaggio controllato nella sua tensione massima. Diverso è nelle batterie tradizionali definite ad acido libero, cioè munite di tappi per ispezionare il livello dell’elettrolito, infatti queste batterie si possono caricare con carica batterie tradizionali. Se si usano batterie tradizionali, attenzione a non esercitare degli assorbimenti profondi cioè farle scendere al di sotto i 12 Volts in quanto le nuove leghe piombo-calcio, difficilmente consentono la ricarica. Quindi oltre il rischio della solfatazione, quando si toccano stadi di scarica profondi ai 9 Volts difficilmente riusciremo a recuperare la nostra batteria.
3. UTILIZZO DI BATTERIA SOTTO DIMENSIONATA PER CAPACITÀ ELETTRICA -Nell’articolo precedente, abbiamo illustrato, come qualsiasi utente può calcolare la batteria più idonea per i suoi servizi e per i cariche elettrici del suo camper. Consiglio dopo aver calcolato la batteria in amperaggio, calcolato l’indice di sicurezza, pensate anche ad eventuali ulteriori carichi elettrici successivi da istallare sul vostro camper. Quindi non incorreremo nel rischio di gestire una batteria sotto dimensionata. Una batteria sottoposta a carichi estremi, cioè sottodimensionata, otterremo una deformazione ad arco della piastra, facendo sfaldare la materia attiva che cadrà sul fondo causando una diminuzione della superficie attiva che è quella che stabilisce la capacità elettrica della batteria stessa. Lo sfaldamento delle piastre può avvenire anche per innalzamento della temperatura causato dall’eccesso di carica e dalla mancanza di elettrolito nelle batterie tradizionali.
4. CATTIVA CONDUCIBILITÀ TERMINALI – E’ importante che al momento dell’installazione di una nuova batteria, i contatti e i terminali siano ben puliti, per garantire un buon collegamento elettrico. Escludere qualsiasi tipo di grasso, creme e unguenti vari.
PEGASO – Nicola Palangio